Primavera
È arrivata la primavera….
Banale considerazione climatica, ma questo rappresenta un momento di transizione e trasformazione molto difficile per tante persone e molto importante per poi vivere al meglio il resto dell’anno e la propria vita in benessere.
Bisogna cambiare ritmo, uscire di più, camminare nel verde dei prati, annusare il profumo della terra e dei fiori, osservare i colori della natura che si risveglia.
Noi ne facciamo parte e dovremmo risplendere come gli alberi che si sono caricati di foglie lucenti e cominciano a fiorire in tutte le tonalità.
Le ore di luce sono aumentate e noi dovremmo riprendere a passeggiare, fare ginnastica nei prati, rotolare nell’erba, toccare la terra e nutrirci dei raggi solari.
Troppo spesso i ritmi che si tengono durante la stagione invernale sono eccesivi rispetto alle ore di luce, la maggior parte delle persone esce di casa che è ancora notte e rientra che è di nuovo notte, si va in palestra la sera quando è buio da ore e si dovrebbe stare a casa tranquilli a riposare.
Si mangia troppo, soprattutto grassi, che vivendo in case riscaldate e lavorando in luoghi riscaldati non sono più giustificati. Il Natale ed il Carnevale sono una scusa per esagerare con il cibo e a volte anche con l’alcool, ed a questo periodo di bagordi non segue più la Quaresima purificatrice.
Si esagera con il cibo quasi sempre, si mangia in fretta, si corre e si vive sotto pressione, ci si arrabbia almeno un pochino ogni giorno, tutto in un periodo dell’anno che, per seguire i ritmi della natura, sarebbe da dedicare al quasi riposo, come accadeva nelle culture antiche quando non c’era la luce artificiale, come fanno gli animali, come fanno i prati e le piante.
La conseguenza è che la primavera, che dovrebbe rappresentare il risveglio dopo la stasi invernale (metabolica e psicologica), la ripresa delle uscite nella natura per ritrovare il rapporto con la Madre Terra, ci trova spossati, con dolorini ovunque, con troppi chili addosso, con la pancia gonfia, il torcicollo, una stanchezza che non passa nemmeno con il riposo, e troppo sovente una vera e propria forma di depressione oppure con la tendenza a vere esplosioni di rabbia nei momenti meno opportuni e non sufficientemente motivate.
Esclusi, naturalmente, problemi personali di salute, la causa di tutto ciò potrebbe essere una vera e propria forma di intossicazione, che riguarda prevalentemente il FEGATO che non riesce a svolgere bene il suo duro lavoro in quanto affaticato da stile di vita e stress vari (inquinamento, veleni negli alimenti, emozioni negative…).
Questo organo raramente è ammalato ma è semplicemente troppo grande il lavoro extra che gli chiediamo di svolgere essendo troppo grande il carico di tossine alimentari ed emotive ed ambientali che deve filtrare.
Il perfetto funzionamento degli organi emuntori, deputati alla purificazione ed allo smaltimento delle tossine, è fondamentale per acquisire uno stato di benessere fisico e psicologico, nessuno può essere di buon umore, aperto, solare e lucido se ha sempre mal di testa, e nessun corpo si muove fluido e senza tensioni se si è sempre tesi ed arrabbiati.
Il FEGATO è una ghiandola molto grande che svolge funzioni fondamentali al nostro "stare bene". Metabolizza zuccheri e grassi, "lavora" circa un litro e mezzo di sangue all’ora, liberandolo da tossine metaboliche (es. acido lattico e scorie metaboliche conseguenti al semplice fatto di essere vivi), alimentari, produce la bile fondamentale per la digestione dei grassi e l’eliminazione di alcuni farmaci, recupera il ferro dai globuli rossi esausti, funge da deposito di glicogeno (vera scorta di energia), ferro e betacarotene, sintetizza aminoacidi non essenziali ma fondamentali per il nostro benessere, si occupa di coagulazione, equilibrio salino, produce proteine che trasportano gli ormoni.
È facile capire come il fegato sia un organo che si può saturare molto facilmente e andare incontro a sovraffaticamento in seguito ad eccessivi stimoli alimentari, eccesso di tossine da attività sportiva esagerata, da stili di vita errati (esempio andare a dormire troppo tardi la sera influisce molto negativamente sul lavoro notturno di questo organo), da eccesso di stress e rabbia (più difficili da digerire di un pasto abbondante), da eccesso di sostanze tossiche (ambientali, alimentari, farmaci).
Si creano dei blocchi che impediscono la libera circolazione di sangue ed energia, che dovrebbero fluire liberamente, come la linfa delle piante che dalle radici risale fino al ramo più lontano.
A volte si assiste a stasi prepotenti con bolo a livello tiroideo, dolori fissi agli ipocondri o sternali, addome sempre gonfio, voce roca e tendenza e desiderio di liberare la oppressione che si sente in gola, mal di testa trafittivi e persistenti, dolore fisso alla cervicale e alle spalle, nausea dopo pasto, depressione.
Ma sono segnali di un organo fegato affaticato anche i dolori migranti, le esplosioni di rabbia, il digrignare i denti, risvegli notturni tra le una e le tre di notte, sonno agitato, eccessiva impazienza e predisposizione al comando, soprattutto se tali segnali si aggravano nei giorni ventosi. Come se la diga che blocca la libera circolazione di colpo cedesse e fluisse improvvisamente verso l’alto, un fuoco che divampa.
Questi ultimi sono sintomo molto tipici della primavera quando avviene il risveglio energetico primaverile.
Al di là del carattere e delle predisposizioni personali, quando ci accorgiamo che stiamo andando "oltre" è ora di prenderci cura di noi stessi.
Se le unghie si macchiano di bianco, se abbiamo spesso la nausea dopo mangiato, la cervicale ci fa impazzire, l’alito è pesante, sentiamo un peso in zona fegato, la pelle ha un aspetto opaco, siamo stanchi in modo eccessivo con i muscoli dolenti al minimo sforzo, siamo rigidi nei movimenti, tendiamo a formare cisti e noduli, vediamo male perché le lettere ci ballano davanti agli occhi, la rabbia monta senza motivo, perdiamo la pazienza, manchiamo di coraggio e siamo privi di forza di carattere, quel farfallone del fegato sta facendo fatica a svolgere al meglio il suo lavoro e ci sta chiedendo aiuto.
Daniela De Gaetano