Le fasce
I MERIDIANI MIOFASCIALI
LE FASCE
Non è qui possibile trattare in dettaglio la vasta letteratura sui meridiani miofasciali e sui relativi massaggi terapeutici, per questo segnalo il libro di Thomas W. Myers Meridiani Miofasciali al quale mi ispirerò, ma anche il lavoro di Luigi e Carla Stecco Manipolazione Fasciale e quello di Leon Chaitow Massoterapia Neuromuscolare, tutti i libri sono citati in bibliografia e credo che vadano letti e studiati attentamente per chi voglia cimentarsi col Tuina.
In primo luogo occorre comprendere cosa si intende per fascia.
La fascia è un tipo di tessuto connettivo con funzioni differenti, essa può essere superficiale e profonda la prima è formata da fibre di collagene ed elastiche quindi da connettivo lasso e dal retinacolo, la profonda comprende i muscoli e le fasce viscerali. Il connettivo assume diversi nomi e svolge diverse funzioni, esso rappresenta l'impalcatura del nostro corpo la sua sostanza acquosa fondamentale: intorno alle ossa è il periostio, al cervello è costituito dalle meningi, al cuore è detto pericardio, intorno ai muscoli vi sono le fasce muscolari. L'orientamento delle fibre di tessuto connettivo del derma segue delle linee chiamate linee di Langer, che vengono seguite dai chirurghi quando incidono.
La fascia superficiale è localizzata sotto la cute e comprende il sottocutaneo (ipoderma) contenente tessuto di fibre collagene (legamenti cutanei), lobuli adiposi, vasi sanguigni cutanei, tessuto muscolare, nervi: in definitiva, tolta la parte adiposa, si presenta come una membrana molto elastica e ricca di vasi.
La fascia profonda sta sotto la fascia superficiale, la parte esterna si diffonde in modo uniforme su tutto il corpo mentre quella interna si collega con i muscoli sottostanti, si differenzia tra profonda degli arti e profonda del tronco. Esiste anche una fascia epimisiale, ossia quella che circonda i muscoli.
Le fasce funzionano insieme ai muscoli: quella superficiale consente ai muscoli di contrarsi e scorrere sotto la pelle, infatti le cicatrici rendono difficile questo libero scorrimento, inoltre di separare la perceszione della fascia muscolare profonda da quella cutanea; la fascia profonda sincronizza l'azione dei muscoli posti in serie che conducono al movimento dell'arto. Il sistema delle fasce che attraversa il corpo è un continuo, esso svolgono un ruolo di coordinazione e quindi di controllo posturale.
Luigi e Carla Stecco scrivono a pag. 19 (Manipolazione Faciale citato) " Recenti esperimenti hanno dimostrato che il 37% della forza muscolare è trasmessa alle strutture adiacenti e non solo al tendine d'inserzione. Viene da chiederci perchè il corpo sprechi "inutilmente" una così grande quantità di energia, visto che l'inserzione muscolare sui setti e sulle fasce può sviluppare una forza minore riaspetto a quella ossea. Infatti le strutture fasciali sono parzialmente elastiche e quindi si adattano alla contrazione. La risposta a questa apparente assurdità viene dallo studio dell'unità mio-fasciale: la fascia cioè collega in parallelo tutte le unità motorie che agiscono su un'unica articolazione".
Le fasce danno forma al corpo, forniscono forza ai muscoli, fanno da guida e da contenitore dei liquidi corporei, forniscono l'infrastruttura per le ramificazioni dei capillari e del sistema circolatorio linfatico e nervoso, consente la formazione di nuovo tessuto connettivo e consentire la riparazione dei tendini e legamenti. La fascia è plastica ossia si deforma a causa di uno stiramente e mantiene il cambiamento, non si spezza ma assume nuove forme. E' paragonabile ad un maglione di lana dove un filo tirato in un punto locale causa una distorsione della forma globale del maglione in zone distanti dallo strappo: per questo il terapeuta fasciale guarda globalmente, interviene localmente nel punto o nella zona, ma poi per tornare al globale ed integrare i rimedi locali nella struttura dell'intero corpo (proprio come in una struttura di tensegrità).
La fascia è un tipo di tessuto connettivo con funzioni differenti, essa può essere superficiale e profonda la prima è formata da fibre di collagene ed elastiche quindi da connettivo lasso e dal retinacolo, la profonda comprende i muscoli e le fasce viscerali. Il connettivo assume diversi nomi e svolge diverse funzioni, esso rappresenta l'impalcatura del nostro corpo la sua sostanza acquosa fondamentale: intorno alle ossa è il periostio, al cervello è costituito dalle meningi, al cuore è detto pericardio, intorno ai muscoli vi sono le fasce muscolari. L'orientamento delle fibre di tessuto connettivo del derma segue delle linee chiamate linee di Langer, che vengono seguite dai chirurghi quando incidono.
La fascia superficiale è localizzata sotto la cute e comprende il sottocutaneo (ipoderma) contenente tessuto di fibre collagene (legamenti cutanei), lobuli adiposi, vasi sanguigni cutanei, tessuto muscolare, nervi: in definitiva, tolta la parte adiposa, si presenta come una membrana molto elastica e ricca di vasi.
La fascia profonda sta sotto la fascia superficiale, la parte esterna si diffonde in modo uniforme su tutto il corpo mentre quella interna si collega con i muscoli sottostanti, si differenzia tra profonda degli arti e profonda del tronco. Esiste anche una fascia epimisiale, ossia quella che circonda i muscoli.
Le fasce funzionano insieme ai muscoli: quella superficiale consente ai muscoli di contrarsi e scorrere sotto la pelle, infatti le cicatrici rendono difficile questo libero scorrimento, inoltre di separare la perceszione della fascia muscolare profonda da quella cutanea; la fascia profonda sincronizza l'azione dei muscoli posti in serie che conducono al movimento dell'arto. Il sistema delle fasce che attraversa il corpo è un continuo, esso svolgono un ruolo di coordinazione e quindi di controllo posturale.
Luigi e Carla Stecco scrivono a pag. 19 (Manipolazione Faciale citato) " Recenti esperimenti hanno dimostrato che il 37% della forza muscolare è trasmessa alle strutture adiacenti e non solo al tendine d'inserzione. Viene da chiederci perchè il corpo sprechi "inutilmente" una così grande quantità di energia, visto che l'inserzione muscolare sui setti e sulle fasce può sviluppare una forza minore riaspetto a quella ossea. Infatti le strutture fasciali sono parzialmente elastiche e quindi si adattano alla contrazione. La risposta a questa apparente assurdità viene dallo studio dell'unità mio-fasciale: la fascia cioè collega in parallelo tutte le unità motorie che agiscono su un'unica articolazione".
Le fasce danno forma al corpo, forniscono forza ai muscoli, fanno da guida e da contenitore dei liquidi corporei, forniscono l'infrastruttura per le ramificazioni dei capillari e del sistema circolatorio linfatico e nervoso, consente la formazione di nuovo tessuto connettivo e consentire la riparazione dei tendini e legamenti. La fascia è plastica ossia si deforma a causa di uno stiramente e mantiene il cambiamento, non si spezza ma assume nuove forme. E' paragonabile ad un maglione di lana dove un filo tirato in un punto locale causa una distorsione della forma globale del maglione in zone distanti dallo strappo: per questo il terapeuta fasciale guarda globalmente, interviene localmente nel punto o nella zona, ma poi per tornare al globale ed integrare i rimedi locali nella struttura dell'intero corpo (proprio come in una struttura di tensegrità).
La fascia è dunque una rete che attraversa tutto il nostro corpo, è un sistema di comunicazione, come la rete vascolare e quella neurale, la rete fasciale composta dal tessuto collagene elastina e reticolina è un'altra impalcatura del nostro corpo, essa segue dei percorsi e delle connessioni ed ha densità differenti, per esempio ossa, cartilagine, tendini e legamenti hanno una composizione fibrosa molto solida, mentre i muscoli sono immersi in uno strato cotonoso e così via anche per gli organi ed i visceri. Ognuna di queste reti è collegata alle altre dalla testa ai piedi. Le reti neurale, vascolare e fasciale è l'ambiente di ogni cellula del nostro corpo. Solo di recente però è stata studiata e disegnata dalla scienza occidentale la rete fasciale del nostro corpo, essa non è una impalcatura "morta" intorno ai nostri muscoli, ma un vivace percorso di energie e comunicazioni. Sta qui uno dei punti più affascinanti di connessione tra la scienza moderna e la Medicina Tradizionale Cinese.
Thomas W. Myers nel suo libro Meridiani Miofasciali che è lettura obbligatoria per chi voglia occuparsi di massaggio per la salute, scrive " Un pompelmo fornisce una buona metafora per ciò che stiamo cercando di visualizzare. Immaginate di poter magicamente estrarre tutto il succo da un pompelmo senza disturbare la struttura all'interno. Avreste ancora la forma del pompelmo intetta, e vedreste tutte le pareti di supporto degli spicchi, più tutte le pareti che separano le singole cellule di succo all'interno di ciascun spicchio. La rete fasciale ci fornisce lo stesso servizio, con l'unica eccezione che è costruita da collagene pieghevole invece che dalla più rigida cellulosa. Gli involucri fasciali organizzano il nostro succo in fasci discreti, resistendo alla chiamata della gravità che lo raccoglierebbe sul fondo. Questa funzione di dirigere ed organizzare i fluidi all'interno del corpo è primaria per comprendere come la terapia manuale o cinetica di questa matrice può influire sulla salute". Myers ci fornisce in questo brano anche una interpretazione scientifica moderna degli antichi e tradizionali Tuina e Qigong.
I muscoli stanno in un involucro e non si attaccano mai alle ossa, ma fluttuano all'interno della rete fasciale, il loro movimento tira la fascia che è attaccata al periostio e quest'ultimo tira l'osso. I meridiani miofasciali sono delle linee di tensione lungo questo involucro esterno, esse formano e deformano le articolazioni e lo scheletro, questi meridiani seguono dei percorsi e si fissano in alcuni punti proprio come le pareti degli spicchi di un pompelmo. La manipolazione di questo involucro esterno, della miofascia, è il compito del massaggio terapeutico o massoterapia.
Come abbiamo già accennato è possibile pensare ai meridiani miofasciali alla luce del modello di "tensegrità". Le strutture di tensegrità mantengono la loro integrità e la loro funzionalità grazie ad una serie di forze in trazione continua anzichè appoggiarsi su forze di compressione; o meglio, la trazione è continua e la compressione è solo locale. Queste forze si trasmettono a tutta la struttura attraverso dei punti e quindi l'insieme risulta molto capace di sopportare anche forti tensioni. La teoria dei meridiani miofasciali (e forse anche una visione scientifica moderna dei meridiani "cinesi") è che la struttura del corpo umano sia una struttura di tensegrità. Essa è più elastica e combina parti di trazione continua e compressione locale, una lesione in una zona quindi si ripercuote e viene "corretta" da un'altra zona del modello di tensegrità che in tal modo ristabilisce l'equilibrio. Possiamo pensare alle ossa come alle parti della compressione ed ai meridiani miofasciali come alle parti della trazione costante: se spogliate il corpo da tutti i tessuti molli le ossa crollano, le miofasce sono le linee di tensione di forze ed energie che reggono la struttura del corpo, queste tensioni continue corrono da un punto all'altro, da un osso-articolazione all'altro, le inserzioni dei muscoli sono i punti dove la rete si attacca ai montanti a compressione. Di recente molti studiosi stanno ampliando la ricerca di applicasione del modello di tensegrità a tutte le funzionalità del corpo umano in tal modo trovando degli straordinari punti di contatto coi meridiani ed i punti dell'agopuntura.
I muscoli stanno in un involucro e non si attaccano mai alle ossa, ma fluttuano all'interno della rete fasciale, il loro movimento tira la fascia che è attaccata al periostio e quest'ultimo tira l'osso. I meridiani miofasciali sono delle linee di tensione lungo questo involucro esterno, esse formano e deformano le articolazioni e lo scheletro, questi meridiani seguono dei percorsi e si fissano in alcuni punti proprio come le pareti degli spicchi di un pompelmo. La manipolazione di questo involucro esterno, della miofascia, è il compito del massaggio terapeutico o massoterapia.
Come abbiamo già accennato è possibile pensare ai meridiani miofasciali alla luce del modello di "tensegrità". Le strutture di tensegrità mantengono la loro integrità e la loro funzionalità grazie ad una serie di forze in trazione continua anzichè appoggiarsi su forze di compressione; o meglio, la trazione è continua e la compressione è solo locale. Queste forze si trasmettono a tutta la struttura attraverso dei punti e quindi l'insieme risulta molto capace di sopportare anche forti tensioni. La teoria dei meridiani miofasciali (e forse anche una visione scientifica moderna dei meridiani "cinesi") è che la struttura del corpo umano sia una struttura di tensegrità. Essa è più elastica e combina parti di trazione continua e compressione locale, una lesione in una zona quindi si ripercuote e viene "corretta" da un'altra zona del modello di tensegrità che in tal modo ristabilisce l'equilibrio. Possiamo pensare alle ossa come alle parti della compressione ed ai meridiani miofasciali come alle parti della trazione costante: se spogliate il corpo da tutti i tessuti molli le ossa crollano, le miofasce sono le linee di tensione di forze ed energie che reggono la struttura del corpo, queste tensioni continue corrono da un punto all'altro, da un osso-articolazione all'altro, le inserzioni dei muscoli sono i punti dove la rete si attacca ai montanti a compressione. Di recente molti studiosi stanno ampliando la ricerca di applicasione del modello di tensegrità a tutte le funzionalità del corpo umano in tal modo trovando degli straordinari punti di contatto coi meridiani ed i punti dell'agopuntura.