La tecnica del Palo Eretto
Wang Xiangzhai (1885 - 1963) è senza dubbio il più famoso maestro degli esercizi del Palo Eretto. Wang si è dedicato al Qigong, alle arti marziali, alla Medicina Cinese ed alla meditazione, egli non si voleva identificare con una scuola sebbene la sua pratica più diffusa fosse chiamata Yi Quan (boxe della volontà), egli sosteneva infatti : "se usate correttamente la vostra mente, state usando la vera energia. L'intenzione è la forza".
Gli esercizi del palo eretto che illustreremo in seguito sono tratti dal libro di K. Choen, L'arte e la scienza del Qigong. Wang sosteneva che sia il Qigong che le arti marziali devono praticare il "vuoto" (chong), ossia è la capacità di svuotare la mente che ci consente di percepire i blocchi del nostro corpo che impediscono il fluire del Qi, ma col chong è anche possibile opporsi agli avversari.
La pratica del Palo Eretto è composta da diversi esercizi, ma non è necessario eseguirli tutti, noi ne vedremo i tre che riteniamo tra i più efficaci per liberare la mente e favorire la circolazione del Qi e del Sangue. Nel libro Ginnastiche Cinesi Qigong citato in bibliografia è possibile però ritrovare tutti gli esercizi del Palo Eretto.
Si inizia dalla postura di base che abbiamo già descritto: è importante prima di tutto rilassare il corpo e la mente. Migliorare il proprio radicamento alla terra, come un albero che allunghi le proprie radici nel terreno.
Quindi si procede con le tre posture del palo eretto. In tutti e tre gli esercizi (figura) le braccia devono assumere una posizione rotonda, questo è molto importante per l'afflusso del Qi, come se si tenesse una palla o come immersi nell'acqua. Le mani stanno all'altezza dell'ombelico nel primo esercizio, all'altezza del petto tra i capezzoli nel secondo e nel terzo non devono superare le sopracciglia. Le posizioni possono tenersi per quanto tempo si desidera e possono eseguirsi ognuna da se, non è necessaria nessuna sequenza, ma si può anche fare. All'inizio è meglio non esagerare coi tempi, bastano per esempio 3 minuti per posizione.
Non bisogna neppure irrigidirsi sull'altezza delle braccia, è più importante mantenere rilassate le spalle e i gomiti, i palmi delle mani devono essere leggermente concavi, i polsi morbidi e aperti ma non cadenti. Gli occhi aperti con lo sguardo nel vuoto e la respirazione addominale naturale, rilassata, inspirando espandere l'addome, espirando ritirarlo.
Concentratevi sul respiro, o sulla posizione rilassata, concentratevi sul fluire delle energie, non lasciate che i pensieri possano impadronirsi della vostra mente, rilassate tutto il corpo. Col tempo si percepiscono sensazioni di debolezza, muscoli o articolazioni intorpidite, mantenere la postura del palo eretto però non significa irrigidirsi per forza senza muovere un solo muscolo o pelo del corpo, ma lasciarsi andare e soprattutto aprire tutti i rubinetti del vostro corpo così che i liquidi possano scorrere e travolgere ogni blocco o rigidità. Se la posizione diventa però dolorosa e troppo scomoda fermatevi e migliorate la vostra postura.
Per misurare il tempo non consultate in continuazione l'orologio, ma regolatevi sulla respirazione, per esempio 60 cicli respiratori possono coincidere con quasi 5 minuti, anche se col tempo diminuirete i cicli, cercate di percepire il flusso delle energie nel vostro corpo, migliorate la vostra condizione di vuoto mentale. Il tempo non deve diventare una ossessione, regolatevi ascoltandovi.
Se percepite delle tensioni, debolezze e leggeri indolenzimenti, se tenete il collo o le spalle troppo rigidi, se vi tremano le ginocchia, considerate il tutto come dei segnali per intervenire con la concentrazione, apritevi, scioglievi, oppure inviate il vostro respiro in quelle zone tese per scacciare il Qi stagnante e l'acqua possa così fluire liberamente, cercate anche di visualizzare lo scorrere delle vostre energie.
Terminato l'esercizio, muovetevi e massaggiatevi i piedi, oscillate a destra e a sinistra, davanti ed indietro ed effettuate qualche esercizio di stretching.
Nella pratica del Palo Eretto all'inizio si proverà disagio, vi sembrerà che tutti i muscoli siano indolenziti e doloranti, proverete tremori e formicolii, mani e piedi freddi, non allarmatevi le vostre energie si stanno mobilitando, comunque non spingetevi mai al limite, piuttosto interrompete l'esercizio per riprenderlo un altro giorno. Dopo un po' di tempo le tensioni scompariranno e sentirete calore in tutto il corpo, ma quando non sentirete nulla, ma solo il vuoto scorrere tranquillo del Qi, non abbandonate, perché è il momento in cui si diviene consapevoli di tutto il nostro essere e l'intenzione (Yi) guida il Qi.
E' questo semplice esercizio che dava a Wang Xiangzhai la consapevolezza della forza.