Premessa
Gli esercizi della Piccola Circolazione Celeste (Xiao Zhou Tian) e della Grande Circolazione Celeste (Da Zhou Tian), di antica origine taoista, costituiscono una pratica non semplice di Qi Gong, essi sono una strada per concentrare il Qi nel Dantian inferiore e quindi distribuirlo, attraverso la via dello yin che è il Renmai e la via dello yang che è il Dumai, in tutto il corpo ed i suoi meridiani. Solo dopo qualche anno di pratica è possibile cimentarsi con le Circolazioni Celesti. Il Qi deve circolare lungo i meridiani straordinari Renmai e Dumai, nel lato anteriore e posteriore del corpo, come un circolo, in tal modo anche i meridiani principali verranno adeguatamente alimentati e liberati. Per i taoisti questa pratica di Qi Gong è la via per entrare nel Dao (Tao) e fondersi con l'energia dell'intero universo: costruire questa strada nel nostro corpo è la via maestra. E' importante applicarsi con diligenza e perseveranza e non credere subito di essere capaci, essa è la capacità di sviluppare l'acqua del proprio corpo, di farla circolare, ma nell'acqua c'è il fuoco e nel fuoco c'è l'acqua, solo se c'è acqua e fuoco c'è il Qi. Se l'acqua ed il fuoco del Mingmen sono abbondanti anche lo Xue con Qi saranno abbondanti e dal serbatoio del Dantian affluiranno in tutto il corpo.
Che cos'è il Dao (anche Tao)?
Secondo il Dizionario Ricci l'ideogramma si può tradurre nel seguente modo.
Dao: via, strada,cammino; tracciare un cammino, condurre, connettere; corso d'acqua o condotta; via da seguire, principio guida, norma, dottrina; seguire una dottrina, essere adepto di una disciplina; modo di procedere, arte, metodo; opera magica o tecnica; potere dell'individuo, del mago o del re; reggere, governare; discorso, dire, insegnare, parlare, spiegare, esprimere, comunicare; sapere, essere consapevole.
Il carattere Dao è antico e preesiste al Taoismo, ma questi se ne servì nella vita dell'epoca e nel dibattito riguardante i principi del comportamento, la distinzione tra vero e falso, giusto ed errato. Il radicale di sinistra può rappresentare un piede che traccia una strada, mentre quello di destra rappresenta una testa coi capelli sciolti.
Nella Cina del V secolo a.C. dalle dispute tra le cosiddette "Cento Scuole" ne emersero principalmente tre: i confuciani, i moisti seguaci di Mozi (480 a.C. circa) ed i daoisti.
I confuciani erano promotori dei rituali culturali e sociali, per loro l'autorità etica era tracciata dai re antichi e tramandata dalle norme e dai riti. Propugnavano il linguaggio corretto, il comportamento corretto e l'ordinamento gerarchico corretto, sia nella famiglia che nello Stato. Il confucianesimo in Cina è stato adottato nei millenni come la dottrina dello Stato. Per questi quindi Tao indica la condotta morale dell'uomo saggio, esso indica un metodo ed un cammino verso il giusto comportamento.
I moisti, al contrario, essendo tecnici e artigiani, erano più pragmatici, per loro le norme e le regole in quanto prodotti umani potevano essere cambiate in base al principio del beneficio o del danno, ossia le norme dovevano massimizzare il beneficio e minimizzare il danno e quindi il Tao doveva conformarsi all'utilità delle cose naturali e non alla cultura.
I Daoisti non si chiesero quale fosse il Tao. Essi si chiesero se esiste un giusto Dao. Il Tao è una realtà trascendente, origine dell'universo e del tempo, ne è la legge immanente, essi spostarono il discorso da definire ciò che è giusto o sbagliato a cosa si può dire del giusto e dello sbagliato, per questo coltivarono la spontaneità della natura originaria dell'uomo. Essi coltivarono la purezza ed il vuoto di cuore, essi cercarono un contatto con l'invisibile ed il misterioso, oggi si direbbe fossero dei "relativisti".
Il Tao Te Ching infatti inizia nel seguente modo.
Dao ke dao fei chang dao.
Il Dao di cui si può parlare non è l'eterno Dao.
Numerose sono state le traduzioni di questi caratteri, ricordo quella di padre Larre "La Via che si può enunciare \ Non è già più la Via \ E i nomi che si possono nominare \ Non sono già più il Nome".
Ogni discorso è pur sempre una rappresentazione, infatti una cartina giografica non è il territorio, ma per i taoisti occorre andare oltre il dicibile per cercare il Tao, la Via. L'uomo è incarnato in questo mondo ed è parte del suo flusso vitale e delle sue forze, esso è il territorio e non la cartina, è una catena di relazioni e di contraddizioni.
Bibliografia : Lao Tsu Tao Te Ching, traduzione e cura di Augusto Sabbadini, URRA editore.