Influenza di Silvia Guardini
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INFLUENZA.. o UMANA INFLUENZABILITA’?
Condivisione di riflessioni personali
Come ogni anno, prima o poi, puntualmente mezza città si ritrova stesa a letto, a quanto dicono, dalla forma virale del momento. Trasmissione interumana? No grazie, non ci credo più, perché anche questa volta, come la scorsa, non ero affatto stata a contatto con alcun malato, trovandomi piuttosto in fase di riconnessione rispetto ad una serie di irrisolti personali infantili che da tempo “premevano” da dentro.
C’è qualcosa nell'aria? Si, mi suona molto di più, per quanto ne sia ben da appurare la natura, non necessariamente quella di particelle killer disperse tra molecole di azoto e ossigeno.
Le nipotine una decina di giorni prima avevano avuto soltanto un forte e improvviso raffreddore con congiuntivite, che però era già risolto da giorni quando mi sono ammalata in modo ben più compromettente: dopo poche ore di una sorta di improvviso attacco allergico, con naso completamente tappato, una notte in preda a brividi febbrili e la giornata seguente priva di qualsiasi forza, la sera era subentrata una forte congestione laringofaringea, con angosciante azzeramento della capacità di parlare. Angosciante perché subito mi si è riattivata la memoria di quando, una notte verso i cinque-sei anni, mi ero svegliata di colpo cercando di chiamare la mamma in preda a spasmi che mi facevano strozzare la voce in gola. Forse avevo preso freddo, o forse c’era tutto un carico emozionale che mi soverchiava cercando una via d’uscita; fatto sta che a 60 anni ho come rivissuto quell'angoscia, cogliendone questa volta origini e significato rispetto al mio vissuto personale.
Era anche curioso osservare come il dolore alla gola si riducesse se deglutivo atteggiando il volto al sorriso (ebbene si, era un dolore talmente insopportabile, che non passava con niente, per cui le provavo tutte). Dunque dovevo far buon viso a cattivo gioco? In effetti, non potevo far altro che accettare questa condizione col sorriso, comprese ben altre accettazioni annesse al gioco in quanto mai compiute del tutto, da parte mia, nei confronti della mia incarnazione in questa vita.
Già, direte voi, e non consideri il tempo di incubazione? No, secondo me anche riguardo a questo le cose non stanno del tutto come ci hanno insegnato.
Ricordo il vento, gelido e furibondo come non mai, qualche giorno prima della febbre; un vento che negli ultimi mesi si abbatte su Milano come mai visto, sconvolgendone gli umori tra i quali i miei, esplosi in uno sfogo di collera apocalittica pescando nel fondo del bidone degli irrisolti emotivi. Proprio questo sconvolgimento aveva probabilmente creato un varco tale da consentire la penetrazione del virus. O, più correttamente, aveva abbassato il mio livello vibratorio sulla stessa frequenza di risonanza virale, collegandomi ad essa come girando la manopola di una vecchia radio.
Dunque, quelle circostanze mi avevano resa influenzabile rispetto a qualsiasi cosa avesse la capacità di influenzarmi, che fosse un essere microscopico o un parassita circolante in quegli ambiti cosiddetti “sottili”, astrali, dai quali le forme virali e batteriche prima o poi emergono alla nostra dimensione (3D).
Per la verità, già da un po’ di tempo mi sentivo debole, e riscontravo una analoga debolezza anche nelle parole riferitemi dai pazienti; sentivo che ero a rischio di ammalarmi, ma ero riuscita a “tenere” fino a quel vento che ha spazzato tutto, destabilizzandomi. E così, finalmente, ho mollato le difese, concedendomi di ripercorrere, pur attraverso una malattia, una tappa la cui importanza è subito stata resa evidente dall’inattesa impressione trovarmi, alla ripresa dell’attività lavorativa e sociale, in una realtà lievemente diversa rispetto alla precedente.
In Medicina Tradizionale Cinese, si sa, il vento è in rapporto col fegato. Si leva perché c’è un vuoto di yin, o un deficit di sangue, o un eccesso di fuoco che esplode da un ristagno troppo a lungo costretto, come nel mio caso.
Cosa sta accadendo a Milano negli ultimi mesi?
Sta forse emergendo, sfogandosi violentemente, la rabbia di chi sente, senza averne ancora sufficiente consapevolezza, di essersi lasciato prendere in giro?
In astrale, si sa, il vento non esiste. Esiste solo nella nostra terza dimensione, come equivalente climatico di un analogo clima interiore.
Quali condizioni si stanno creando a livello sottile, per cui colui che su di esse risuoni sia immediatamente connesso, con tutti le possibili conseguenze, a ciò che residua essere purificato? La Terra sta innalzando la sua frequenza, liberando nello spazio mediano di vita, il Qi Jao, tutte le scorie sinora accumulate, per lo più frutto dell’operato delle nostre vite precedenti, con le quali il confronto è ormai inevitabile.
Probabilmente, in tutto questo marasma, alcuni possono anche fare il proprio vantaggioso gioco, liberando tutta una serie di interferenze a livelli sottili.
A Milano da settembre, tutte le sere periodicamente a mezzanotte in punto scoppiano petardi o fuochi artificiali per una decina di minuti in strada, con grave e affatto nota turba dei nostri corpi astrali. Una notte mi aveva sbalzato dal letto una sorta di vero e proprio spettacolo pirotecnico davanti alle mie finestre, al piano rialzato. Sarà un caso che la gente abbia incominciato ad ammalarsi dopo un po' di tempo che non si sentivano più? Avevano forse raggiunto l’effetto destabilizzante voluto? Ricordo analoghe latenze ai tempi del Covid, quando ogni fase di lock down era preceduta la sera, sempre sul tardi, da strani rumori, come di tamburi provenienti dalle profondità della terra, che avvertivo chiaramente e con inspiegabile inquieto sconforto.
Avrebbe qualche potere nel modulare l’influenzabilità umana ad un patogeno colui che in qualche modo fosse in grado di attivare paura e collera, due stati d’animo fondamentali, tra loro intimamente legati e capaci di abbassare la nostra vibrazione, attivando risonanze virali già comunque presenti in noi?
Osservando il vissuto della malattia influenzale, lo paragonerei ad uno “stato vegetativo”: perdo qualsiasi interesse in corso abbandonando qualsiasi attività; persino il leggere un libro risulta troppo faticoso e impegnativo. L’unica cosa che mi riesce di fare è staccare la mia spina, attaccando invece quella del televisore, davanti al quale mi piazzo, in poltrona o a letto, per tutto il giorno, facendomene assorbire. E’come se allentassi la presenza a me stessa, perdendo il contatto con ciò che mi anima. Quasi una sorta di “riposo” che l’anima si prende, interrompendo parzialmente le connessioni con l’eterico, per rielaborare quanto le occorra. Finchè, dopo una bella sudata, le cose iniziano a cambiare; un po' di fiducia ritorna, intravvedo una vaga possibilità di ristabilirmi, abbozzo qualche progetto per l’indomani.
Quale corpo viene innanzitutto coinvolto dall'influenza, a livello sottile? E da quale iniziano malattia e guarigione? Non penso proprio sia quello fisico. La malattia “attracca” nei nostri punti deboli sottili, dei quali non siamo o non vogliamo diventare consapevoli; siamo influenzabili perché ciascuno ha un proprio “tallone d’Achille” che lo rende vulnerabile, e a ciascuno il compito di andarsi a vedere in cosa consista il proprio.
Pare così abbastanza evidente che quella che tutti abbiamo imparato ad accettare come un’ineluttabilità annuale celi in realtà ben altro. Ogni volta d’accapo, ogni volta un’esperienza di annullamento da cui riusciamo a rinascere quasi per miracolo, come la primavera dopo l’inverno.
Un’esperienza che andrebbe collocata nel singolo contesto individuale, poiché ciascuno si ammala soltanto al momento per lui più opportuno rispetto al proprio percorso evolutivo. Ogni malattia, persino la “banale” influenza, ha dunque un significato ben profondo. Riuscire a coglierlo e a comprenderlo costituisce parte fondamentale del processo di guarigione, che, come la malattia, non è mai solo fisica, anzi prima di tutto è animica e spirituale.
SILVIA GUARDINI, medico chirurgo e agopuntore, esercita la sua professione a Milano, tra le sue competenze annovera medicina cinese, agopuntura, omeopatia, isopatia, oligoterapia catalitica, nutraceutica, fioriterapia di Bach, alimentazione, nutrizione cellulare attiva.