La salute migliore

Cerca

Vai ai contenuti

Menu principale:


Il Taiji dei Tre Tesori

Taiji

SAN BAO TAIJI - IL TAIJI DEI TRE TESORI

L'associazione "SAN BAO" che opera sul territorio nazionale nell'ambito delle pratiche psico-fisiche e delle discipline bio-naturali, propone l'insegnamento dell'antica arte del Taiji secondo una metodica basata sull'approfondimento teorico-pratico di tre principali componenti:

- lo studio del lavoro interno (
Nei Gong)
- lo studio della forma antica
(Lao Jia)
- lo studio delle mani che ascoltano (
Tuei Shou)

Il numero tre è un numero molto ricorrente, basti pensare ai tre tesori, i tre
dantian, i tre livelli del movimento (yi - qi - li), l'uomo trino, ecc.
Quali sono gli scopi che si prefigge il
Taiji? Un maestro disse che tale antica pratica, veniva usata per spiritualizzare la carne e carnalizzare lo spirito.
Tale dichiarazione ci mette a confronto con "qualcosa" che non è certamente un'attività sportiva, tantomeno un'attività filosofica o un movimento new age.
Personalmente credo che i
Taiji rappresenti uno strumento poliedrico, in grado di soddisfare le esigenze a più livelli da parte di praticanti interessati al "risveglio mente/corpo".
Due fattori sono fondamentali nella pratica: l'osservazione e l'ascolto.
Attraverso l'osservazione e l'ascolto del proprio corpo, del mondo che ci circonda, della natura, si riesce a realizzare che siamo parte del tutto e che, vivendo in armonia con esso, possiamo migliorare la qualità della nostra esistenza.
Il nostro corpo è composto da acqua che è però spesso si manifesta come ghiaccio (rigidità, contrazione, psico-fisica), il
Taiji spinge il praticante a ritrovare e a riscoprire un corpo più naturale e una mente più serena.
Quiete nel corpo - nella mente - nel respiro (nuovamente il numero tre!).

Brevemente vediamo quali sono le parti essenziali della pratica.

NEI GONG: Lavoro interno. Molto simile al Qi Gong, studia i principi che animano i nostri movimenti. Migliora la postura, sviluppa l'intelligenza corporea e la salute generale del corpo e stimola la Nei Shi (l'arte di guardare dentro), coinvolge l'intera struttura utilizzando quello che per i cinesi sta fra pelle e muscoli, ovvero il sistema fasciale.

LAO JIA: Sequenza di movimenti che può definirsi: "meditazione in movimento". Sviluppa la presenza del Se e migliora la percezione del movimento del corpo in armonia con l'ambiente.

TUEI SHOU: Mani che ascoltano: lavoro eseguito a coppie, serve per migliorare la percezione del movimento del proprio corpo e della persona con la quale si lavora. Migliora il sistema cinestesico e della propriocezione, ha buone ricadute a livello della gestione delle emozioni.

Nel "
San Bao Taiji" vi è una particolare attenzione nel creare un ponte ideale fra l'antica alchimia taoista, l'alchimia occidentale e le moderne neuro scienze. Un cammino in divenire, perfettibile e in grado di arricchirsi costantemente.
Attraverso un serio lavoro di ricerca che osserva, analizza, utilizza e recupera conoscenze ed esperienze antiche e moderne, si attua un metodo, una pratica in grado di fornire strumenti a coloro che vogliano intraprendere una personale ricerca della propria "essenza interiore".
Tali strumenti hanno la peculiarità di appartenere al genere umano e non a un specifica cultura, liberandoci così da una forma di dipendenza che si alimenta del desiderio/bisogno di identificarsi ad una scuola, una collocazione geografica o alla figura di un mentore, unico depositario della conoscenza!




Vincenzo Marletta, insegnante Taiji e Tuina di ADO-UISP, insegna e pratica lo stile yang secondo le metodiche di Wang Zhi Xiang a Torino e a Rapallo.

Eseguire un trattamento di Tuina può costare fatica. Eseguirne diversi, nell'arco di una giornata, può produrre spossatezza.
Tutto ciò dipende dal fatto che, se il corpo dell'operatore non è "vivo", i movimenti eseguiti saranno "parziali" e non coinvolgeranno la globalità del corpo. In questo caso il massaggio verrà percepito dal "ricevente" come invasivo e meccanico e produrrà all'operatore grande fatica.
Cosa si intende dire con movimenti parziali o globali? Prendiamo ad esempio la manovra più tipica del tuina: il "Gun Fa". Tale manovra viene spesso eseguita utilizzando il braccio o una parte di esso.
Secondo i principi del Taiji: "quando un solo dito si muove, l'intero corpo si muove". Ciò detto si comprende il concetto di "globalità" del movimento e tale concetto non è l'unico che viene applicato quando la pratica del Taiji è funzionale alla pratica del Tuina.
Studio e pratica delle due discipline, risultano quindi complementari ed è impossibile distinguere dove finisce una e inizia l'altra!
Entrambe le discipline sono animate dalla conoscenza e dall'utilizzo del corpo e dell'energia vitale "Qi" che permea e rende possibile la nostra esistenza.
Per quanto mi concerne, la pratica del Taiji è racchiusa in due aspetti essenziali: l'osservazione e l'ascolto:

- l'osservazione rappresenta il primo passo, la prima tappa di un lungo cammino. Osservare il proprio corpo e le trasformazioni che avvengono in esso. Osservare la natura, gli animali e gli elementi per comprenderne l'intima struttura, il macro-cosmo che si riflette nel micro-cosmo.

- l'ascolto subentra in un secondo tempo. Esso rappresenta la capacità di spingerci oltre il semplice osservare che è, in qualche modo, più "superficiale". Ascoltare le proprie emozioni per riconoscerle e controllarle, ascoltare il corpo, i propri organi. Comprendere che noi non abbiamo un corpo, ma "siamo un corpo" (Karlfried Graf Durckheim).


Anche il Tuina, come il Taiji, mediante l'osservazione e l'ascolto intuisce i "motivi di squilibrio energetico" che hanno determinato la malattia. Si dice che lo squilibrio energetico porta a quella che comunemente viene chiamata "malattia". In tale situazione colui il quale si pone nella funzione di riequilibratore energetico, al di là della tecnica utilizzata (shiatzu, tuina, am-ma, ecc.), deve necessariamente operare impiegando nel modo più efficace il proprio corpo in maniera totalizzante.
Più il corpo dell'operatore sarà: connesso, vivo, sensibile ed in grado di far circolare bene la sua energia, più il trattamento eseguito sarà: efficace, non produrrà stanchezza all'operatore e verrà percepito "profondamente" dal ricevente.
Termini quali connesso, vivo e sensibile stanno ad indicare qualità che, come si è detto, vengono approfondite e sviluppate mediante la pratica del Taiji, del nostro Taiji.
Attraverso un'analisi dei principi essenziali che governano il Taiji si scopriranno i "punti di relazione" col Tuina, perchè entrambe le pratiche sono governate dalle medesime leggi.
Pertanto vedremo definizioni come:

- connessione del corpo
- postura
- uso dell'intenzione
- ascolto
- osservazione
- acqua quale elemento alchemico presente nel corpo
- le cinque trasformazioni alchemiche del Taiji.

Sono solo alcuni dei molti punti in comune fra le due antiche arti. Caratteristiche che le rendono praticamente inscindibili una dall'altra, in una visone globale (olistica) nella quale è inserito l'essere umano che vivendo in armonia con se stesso (micro-cosmo) vive in armonia col resto del creato (macro-cosmo).
Il nostro corpo è composto da acqua. Al momento della nascita, il corpo di un neonato è costituito dal 77% d'acqua. La percentuale d'acqua nel corpo di un bambino è invece del 59% e quella di un adulto varia dal 45 al 65%.
Nel sangue troviamo l'83% d'acqua, nei reni l'82%, nei muscoli il 75%, nel cervello il 74%, nel fegato il 69% e nelle ossa il 22%.
L'acqua è l'elemento principale dei fluidi che circondano e stanno all'interno di tutte le cellule viventi. Solo l'ossigeno è più importante dell'acqua nella vita di qualsiasi organismo, ma "casualmente" anch'esso è presente nella composizione chimica dell'acqua (H2O). simbolicamente "bloccata" allo stato solido di ghiaccio! Ghiaccio, il nostro corpo è ghiaccio. Il nostro corpo è rigido è cristallizzato dai condizionamenti e credenze sociali, culturali e religiosi, che fanno perdere la sua condizione di naturale morbidezza e fluidità. Come può un corpo di "ghiaccio" eseguire un buon trattamento?
Il Taiji è in grado di fornire una valida risposta a tale domanda.
Perché dunque i maestri di taiji dicono che occorre "trasformare il nostro corpo in acqua"? Tutto ciò appare un'incongruenza. In realtà, pur essendo il nostro corpo formato da un'alta percentuale di acqua, essa è come fosse sua originale naturalezza. Il Taiji rappresenta inoltre un prezioso strumento di consapevolezza corporea, onde attuare le manovre di Tuina con una visione corporea globale.

Secondo il maestro Wang Zhi Xiang (professore dell'Università di Shanghai e maestro di Taiji di alto livello), si deve parlare di "Neigong Tuina" intendendo con questo termine un'esecuzione del massaggio cinese basata sull'uso dell'energia interna del praticante, sviluppata tramite l'esercizio del Qigong.
In questa metodica operativa è l'uso dell'intenzione (Yi) che rende efficace la terapia e non la forza fisica (Li). L'attenzione dei praticanti non può limitarsi al mero apprendimento della tecnica, è necessario lo studio approfondito della Medicina Tradizionale Cinese e soprattutto la pratica intensa e costante del Taijiquan e del Qigong.

Aggiornato il 03 ago 2014

Torna ai contenuti | Torna al menu